Tra i tanti possibili difetti delle persone che ricoprono ruoli manageriali, tre sono particolarmente critici: semplificazione, procrastinazione, rimozione.
La semplificazione in ambito AI ha raggiunto picchi preoccupanti qualche mese fa, ho la sensazione che il fenomeno si stia ridimensionando, ma potrei trovarmi in un ottimo locale. Son convinto che sia una tecnologia trasformativa e dal potenziale elevato, ma che arriverà al suo “plateau of productivity” nei prossimi 5-10 anni, non domani pomeriggio. Ho apprezzato molto l’intervista di Dwarkesh Patel ad Andrej Karpathy che si può vedere qui:
Penso che Andrej sia una delle menti più brillanti tra gli esperti AI, consiglio caldamente il podcast. Ci sono 2 take chiave che mi son rimasti impressi:
1) siamo nella decade degli Agent, non nell’anno degli agent
2) gli LLM simulano le capacità cognitive di un bambino di 5 anni con la conoscenza di un PhD, non hanno le capacità cognitive di un PhD anche se con domande nozionistiche possa sembrare così
Tornando alle sue riflessioni, la rimozione è ciò che mi fa più paura. L’ho vista, vissuta, subita e anche perpetrata a volte e credo sia uno dei peccati più gravi del manager. Spesso è dovuto a un ambiente o un contesto in cui non c’è apertura mentale, c’è paura di sbagliare e di sollevare un problema. Negli anni ho avuto la fortuna di lavorare con manager eccezionali e quando rifletto su cosa li rendesse tali, penso che la cosa più importante sia stata la capacità di creare un ambiente dove ciascuno era incoraggiato a prendere rischi e sbagliare. Solo così si crea un ambiente dove la rimozione è tenuta a bada, dove chi vede l’onda che arriva può chiedere aiuto e affrontarla in squadra.
Non sono manager, ma solo un’anziana pensionata; grazie comunque perché
riflettere su questi 3 comportamenti “a rischio” non mi pare utile solo al manager, ma a ciascuno di noi, per essere più efficaci possibile nel quotidiano dei nostri impegni lavorativi e “affettivi”, piccoli o grandi che siano….
Buongiorno Prof.
La semplificazione in ambito AI ha raggiunto picchi preoccupanti qualche mese fa, ho la sensazione che il fenomeno si stia ridimensionando, ma potrei trovarmi in un ottimo locale. Son convinto che sia una tecnologia trasformativa e dal potenziale elevato, ma che arriverà al suo “plateau of productivity” nei prossimi 5-10 anni, non domani pomeriggio. Ho apprezzato molto l’intervista di Dwarkesh Patel ad Andrej Karpathy che si può vedere qui:
https://youtu.be/lXUZvyajciY?si=1P44eiCOcZNaNEeC
Penso che Andrej sia una delle menti più brillanti tra gli esperti AI, consiglio caldamente il podcast. Ci sono 2 take chiave che mi son rimasti impressi:
1) siamo nella decade degli Agent, non nell’anno degli agent
2) gli LLM simulano le capacità cognitive di un bambino di 5 anni con la conoscenza di un PhD, non hanno le capacità cognitive di un PhD anche se con domande nozionistiche possa sembrare così
Tornando alle sue riflessioni, la rimozione è ciò che mi fa più paura. L’ho vista, vissuta, subita e anche perpetrata a volte e credo sia uno dei peccati più gravi del manager. Spesso è dovuto a un ambiente o un contesto in cui non c’è apertura mentale, c’è paura di sbagliare e di sollevare un problema. Negli anni ho avuto la fortuna di lavorare con manager eccezionali e quando rifletto su cosa li rendesse tali, penso che la cosa più importante sia stata la capacità di creare un ambiente dove ciascuno era incoraggiato a prendere rischi e sbagliare. Solo così si crea un ambiente dove la rimozione è tenuta a bada, dove chi vede l’onda che arriva può chiedere aiuto e affrontarla in squadra.
Gent. Alfonso,
Non sono manager, ma solo un’anziana pensionata; grazie comunque perché
riflettere su questi 3 comportamenti “a rischio” non mi pare utile solo al manager, ma a ciascuno di noi, per essere più efficaci possibile nel quotidiano dei nostri impegni lavorativi e “affettivi”, piccoli o grandi che siano….
Almeno a me così sembra!